a cura della Dott.ssa STEFANIA SOFRA
LA PENISOLA DEL SINAI

Mappa SinaiLa penisola del Sinai, nome di incerta origine che sembra derivare da quello di un'antica divinità lunare chiamata "Sin", si protende nel mar Rosso tra il Golfo di Suez ed il Golfo di Aqaba.
Il Sinai è considerato il terzo deserto d'Egitto dopo quello libico ad ovest del Nilo e quello arabico ad est; il suo territorio, ricco di giacimenti minerari di rame e turchese, fu da sempre oggetto di spedizioni commerciali dal vicino Egitto.
Secondo la tradizione i monti del Sinai divennero lo scenario dell'avventura biblica dell'Esodo, il sito in cui Mosè ricevette i 10 comandamenti, la strada sofferta verso la Terra promessa, uno dei luoghi più santi per cristiani ed ebrei, meta di religiosi e pellegrini.
Il Monte Santa Caterina (Gebel Caterina) ed il Monte di Mosè (Gebel Musa) a ridosso del quale si trova il celebre Monastero di Santa Caterina, occupano la parte centro-meridionale della penisola e digradano nelle limpidissime acque incontaminate del mar Rosso.
Deserto e mare sono i due elementi che predominano nel Sinai dando origine a scenari grandiosi di incomparabile bellezza.
Il Sinai è una terra abitata da beduini, le popolazioni nomadi del deserto: il loro nome deriva dalla parola araba "bedu" cioè "abitante del deserto": le immense e desolate distese di sabbia e le inospitali montagne del deserto sono il loro habitat preferito.
Abituati da sempre a vivere sotto le tende, con i loro cammelli e le loro capre, spostandosi secondo le stagioni e le disponibilità dei pascoli, vestiti con la "gallabia" lunga tunica bianca, il capo coperto dalla "kafya", il lembo di stoffa rettangolare, trattenuta dall'"ugal", il doppio cordone che cinge loro la testa, in origine fatto con peli di capra ritorti e oggi con fili di cotone, i beduini sono ancora, nel nostro immaginario, gli uomini del deserto che dominano dall'alto dei loro cammelli.
Purtroppo la loro società di tipo tribale basata sul nomadismo è ormai soggetta a profondi cambiamenti e destinata a subire una lenta metamorfosi che coinciderà con una progressiva perdita di identità.
Tra i tanti meravigliosi luoghi del Sinai ricordo Sharm el-Sheikh, Ras Mohamed, gli Uadi e soprattutto Nuweiba e Dahab, la costa est della penisola, verso Israele.

DahabDAHAB è un sito formato da un promontorio che delimita due baie le cui sponde sono ricoperte da una sabbia finissima di colore giallo-oro da cui trae origine il nome Dahab, parola che nella lingua beduina significa "oro".
Un esteso palmeto contorna la spiaggia di Ghazala creando un paesaggio di grande bellezza rovinato purtroppo dall'incontrollato sviluppo del villaggio beduino di Assalah dove i beduini locali hanno saputo abilmente sfruttare le potenzialità turistiche del luogo sin dal periodo dell'occupazione israeliana costruendo campeggi, ristoranti., alberghi, bar e locali notturni che costeggiano la baia.
Dunque il villaggio beduino di Assalah si sta trasformando in una specie di Sharm el-Sheikh anche se rimane ancora un luogo semplice, dove poter riposare di fronte al mare senza essere infastiditi dal turismo di massa: un posto magico!


Monastero di Santa Caterina IL MONASTERO DI SANTA CATERINA

Fondato dall'imperatore Giustiniano tra il 527 e il 547 d.C. in una valle ai piedi del Monte di Mosè, ad un'altezza di 1570 m, il monastero di Santa Caterina venne ingrandito a più riprese nei periodi successivi; la cinta muraria è di dimensioni e di altezza diverse per la necessità di adattarla alla conformazione della montagna.
Nel racconto biblico gli Ebrei dopo 50 giorni di marcia tra le montagne ed i deserti del Sinai, arrivarono al Monte Horeb sulla cui vetta Mosè ricevette la Tavola della Legge, "I dieci comandamenti" sui quali sono fondate le dottrine ebraica e cristiana.
Il monte Horeb chiamato poi Monte di Mosè (Gebel Musa) divenne la montagna sacra per eccellenza, luogo di pellegrinaggio e di meditazione per i primi cristiani.
Nel 330 d.C. Elena, madre dell'imperatore Costantino, che con il suo celebre editto del 313 d.C. aveva posto fine alle persecuzioni garantendo la libertà di culto, fece costruire una piccola chiesa nel luogo dove si trovava il Roveto ardente.


Casa tipica Nel 527 d.C. Giustiniano ordinò la costruzione di un vero e proprio monastero con una grande basilica, chiamata la "Basilica della Trasfigurazione", protetta da un'imponente cinta muraria contro le incursioni dei beduini, che includeva anche la chiesa primitiva di Santa Elena.
Tra l'VIII e il IX secolo d.C. i monaci ritrovarono il corpo di Santa Caterina che, secondo la tradizione, era stato trasportato dagli angeli sulla cima del Monte Caterina. Il corpo della Santa venne collocato in un sarcofago all'interno della basilica dove si trova tuttora e così venne chiamato "Monastero di Santa Caterina".

Nonostante la conquista da parte degli arabi musulmani del Sinai nel 641 d.C., i monaci continuarono a vivere nel convento, salvaguardati da un editto di Maometto che assicurava loro la sua protezione, provvedimento che prese anche Napoleone durante la Campagna d'Egitto.
I monaci che vivono oggi nel monastero sono solo 15 ed appartengono ad un ordine monastico che in origine aderiva alla Chiesa di Roma e nel 1260 fu riconosciuto dal papa Innocenzo IV, ma due secoli più tardi, nel 1439, all'epoca del Concilio di Firenze, se ne staccò per seguire la liturgia della Chiesa Ortodossa d'Oriente.
Essi seguono la regola di San Basilio e adottano la lingua greca nelle funzioni liturgiche essendo i monaci stessi in gran maggioranza greci.
Oggi il Monastero è meta di pellegrinaggio sia religioso che turistico ed è uno dei luoghi più affascinanti del Sinai; non si deve assolutamente rinunciare alla salita notturna sul Monte di Mosè (2286 m) in cima al quale vi è una suggestiva piana circondata da montagne granitiche, detta "Anfiteatro dei 70 Saggi di Israele" in quanto qui si fermarono i 70 saggi che accompagnarono Mosè nella sua ascensione poiché solo il profeta potè presentarsi al cospetto di Dio (cfr. Esodo 24, 1-11).

AUTRICE
EGITTO FARAONICO
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SINAI
OASI

Per contattare l'autrice: stefania.sofra@panservice.it
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