a cura della Dott.ssa STEFANIA SOFRA
LE OASI

DesertoIn Egitto, nella parte occidentale del Nilo si estende il deserto libico, fino ai confini con la Libia: è l'ultimo lembo del grande Sahara prima di incontrare il Nilo, con le meravigliose oasi in cui sono custodite antichità tra palme e rocce, sabbie dorate, laghi salati e piste che si perdono nell'immensità.
Sahara è un termine arabo, significa "deserto", ed il Sahara è il deserto per eccellenza, che si estende dal Mediterraneo al Sudan, dal Nilo all'Atlantico. E' il padre di tutti i deserti, in cui sono contenuti i vari ambienti che un deserto puo' creare: altipiani, desolate distese pietrose, multiformi paesaggi sabbiosi, labirinti di picchi rocciosi ed estensioni di cristalli di sale.

Antiche tombe nelle oasiQuando si parla di Sahara subito nella nostra immaginazione si evocano avventure romanzesche e paesaggi desolatamente assolati, grandi dune sabbiose, dimenticando le lussureggianti oasi, sorgente di vita, che conservano il fascino di un Egitto antico altrove scomparso.
Il termine oasi, che nell'immaginario collettivo è una parola magica che evoca il piacere e l'assenza di preoccupazioni, deriva dalla lingua dei faraoni, dal geroglifico uhat che probabilmente nella fonetica doveva suonare owahat. Il suo primo significato letterale è "calderone" e per estensione "oasi", poichè in effetti le oasi appaiono proprio come dei calderoni, poichè sorgono in profonde depressioni del terreno desertico che scendono anche sotto il livello del mare fino alle rocce impermeabili dove s'incontrano le risorgive, molte delle quali calde, le ultime tracce dell'antico mare che quando si ritirò nell'Esocene, lasciò il posto ad un Nilo parallelo a quello odierno.

Deserto bianco nell'oasi di BahariyahTutte le oasi furono abitate sin dalla preistoria e videro l'organizzazione di insediamenti umani ancor prima che nella valle del Nilo.
Delle oasi del Deserto occidentale, giungendo dal Cairo la prima che si incontra a circa 334 km a sud della capitale è l'Oasi di Bahariyah, caratterizzata da grandi dune sabbiose. Nell'epoca greco-romana questa oasi era la più rigogliosa, soprattutto riguardo al grano e al vino di cui riforniva l'intera Valle del Nilo, e prova ne è la recente scoperta della vasta necropoli, dove nel 1999 sono state rinvenute centinaia di mummie accatastate in probabili tombe di famiglia con il loro corredo funerario composto per lo più da gioielli e ornate con maschere d.oro. Nel sito denominato oggi "Valle delle mummie" gli scavi continuano e si stima che possano trovarsi circa 10.000 mummie, una grande scoperta archeologica ed un interessante attrattiva culturale soprattutto perchè finora i monumenti dell'oasi di Bahariyah erano ben pochi: le rovine di un tempio risalente alla XXVI dinastia eretto in onore del Dio Amon-Ra ed un tempio consacrato ad Alessandro Magno.

El KhasrIl centro maggiore dell'Oasi di Bahariyah è El-Bawiti nei pressi del quale, a soli 20 km, si trova Bir el-Ghaba ossia la "Sorgente della Foresta", una fonte di acqua calda dove fare il bagno.
A poca distanza dall'Oasi di Bahariyah si entra nel Deserto Bianco, un incredibile paesaggio quasi lunare formatosi con la scomparsa delle acque interne che ha dato luogo a rocce di un candore abbacinante. Siamo lungo l'antica rotta commerciale che collegava nell'antichità Farafra all'oasi a nord di Bahariyah.

Mercato di SiwaIl suolo del Deserto Bianco, in arabo Sahra el-Bayda, fa parte della depressione di Farafra, lunga 200 km circa, la cui oasi si trova poco più a sud. I beduini lo chiamano Uadi Gazar, cioè "Valle delle Carote" per la particolare forma che l'erosione eolica crea in alcuni speroni rocciosi. La bianca pietra calcarea del suolo rende il paesaggio davvero unico, di un fascino surreale: siamo in pieno deserto eppure il paesaggio appare quasi montano perchè sembra che tutto sia innevato! Sorprendenti sono le strane e svariate forme che assume la roccia di gesso e calcare, figure scolpite dal vento che rendono il paesaggio a dir poco entusiasmante.
Nel Deserto Bianco si trovano numerose sorgenti tra le quali Ain es-Sarru, Bir Makfi, Ai nel-Wad; mentre a Uadi Hennes sorgono rovine di epoca greca.
Infine sulla strada che porta a Farafra s'incontra la cosiddetta "Montagna di Cristallo" proprio perchè è una collina composta da cristalli di quarzo.

Villaggio di SiwaEd eccoci nell'Oasi di Farafra, l'oasi più isolata e più piccola del Deserto Occidentale, in uno scenario suggestivo, con le case dipinte di azzurro, si dice, per tenere lontano il malocchio. Questa oasi risale al tempo dei faraoni, anche se non sono sopravvissuti monumenti di quel periodo, e oggi nel piccolo centro abitato vi regna una grande tranquillità tra palme da datteri, ulivi e albicocchi, con le tradizionali case ad un piano e senza finestre, dalle facciate dipinte e costruite intorno al vecchio qasr, la fortezza sulla collina.

Tempio dell'oracoloContinuando tra le oasi del Deserto Occidentale scendiamo ancora più a sud ed eccoci nell'Oasi di Dakhla, un vasto territorio fertile con decine di villaggi che si susseguono uno dopo l'altro in un paesaggio che si alterna tra rigogliosi frutteti e dune di sabbia bianca. Il centro maggiore è Mut, ma più interessante è El-Qasr, un antica cittadella fortificata costruita nel medioevo sui resti di un villaggio romano. A poca distanza si trovano le tombe di El-Muzawaka risalenti all.epoca romana e a Deir el-Haggar un tempio dell'età di Nerone.
Proseguendo si arriva all'Oasi di Kharga, la più grande e moderna del Deserto Occidentale che si estende in una vasta depressione ed è popolata da molti nubiani che vivono di agricoltura e piccole industrie. A nord del centro principale di el-Kharga vi è il tempio di Ibis risalente al VI secolo a.C. e dedicato alla triade tebana, ma interessanti sono anche le rovine di un tempio costruito dall.imperatore Antonino Pio nel II secolo d.C, e la necropoli di età cristiana di el-Bagawat.

Siwa, casa tipicaUn'oasi a parte, quasi isolata nel Deserto Occidentale, al confine con la Libia è l'Oasi di Siwa, 300 km a sud di Marsa Matrouh nel deserto libico, dove la terra sembra spaccarsi e ritrarsi. Siamo nel bordo dell'altipiano, a 200 m sul livello del mare prima della depressione dove un mare verde ondeggia nel vento come acquamarina incastonata nell'oro della sabbia: è l'Oasi di Siwa, con i suoi palmeti lussureggianti e i celebri laghi salati, con le sorgenti d'acqua dolce ed i suoi resti archeologici millenari, abitata sin dal Paleolitico. Nella storia Siwa divenne importante poichè si trovò in un punto chiave nelle nuove vie commerciali del deserto, crocevia delle piste carovaniere dall'Africa alla costa mediterranea e a Cirene, in Libia.
Oggi Siwa si presenta come una piccola città fortificata dalle case fitte a più piani, i cui abitanti discendono dalla tribù berbera degli Zanata e parlano il siwi, un dialetto berbero, dunque fedeli alle loro tradizioni come se tutto si fosse fermato ad un tempo senza età: l'isolamento e la presenza del deserto tutt'intorno ne fanno la meta ideale per un viaggio contemplativo e sereno. Essi vivono intorno alle rovine dell'antica cittadella di Shali, quasi un labirinto, un inestricabile fortilizio fatto di fango che dal XIII secolo domina l'oasi dall'alto di uno sperone: resti di abitazioni, magazzini per derrate, ricoveri per animali, piccoli orti, torri di vedetta e perfino due moschee si affollano su fondali color ocra. E da qui nell'ora del tramonto si gode una vista spettacolare.

Fantasy Island nell'oasi di SiwaA Siwa il paesaggio cambia spesso, dominato da una roccia infuocata, da una distesa piatta, costellata da forme fantastiche, statue scolpite dal vento. Nell'oceano verde dei palmeti spicca un'isola di roccia scura: è Aghurmi, un antico insediamento purtroppo anch'esso danneggiato. In questa meravigliosa tranquilla oasi c'è tanto da vedere: dal tempio dell'Oracolo di Zeus-Amon costruito dal faraone Amasis sui resti di un antico santuario dove nel 331 a.C. si recò Alessandro Magno per consultare l'oracolo e farsi proclamare figlio del dio, alle rovine del Tempio di Amon, e non può mancare un bagno a Ain el-Hammam, nota come "i bagni di Cleopatra", perchè si dice che nelle sue acque si bagnava la regina d'Egitto. Senza dimenticare una gita in bicicletta fino a Fantasy Island, un luogo unico e pittoresco, un rifugio per l'anima, sul lago salato di Siwa. Un'oasi suggestiva dunque, lontana dal progresso, un angolo di mondo che sembra appartenere al passato.


AUTRICE
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SINAI
OASI

Per contattare l'autrice: stefania.sofra@panservice.it
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